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Tutto è pronto per il primo giorno di scuola. In Calabria la prima campanella suonerà lunedì 16 settembre e genitori e bimbi sono pronti a ricominciare. Riprendere al meglio le attività, iniziare un nuovo percorso e affrontare eventuali sfide guidati da esperti e professionisti con serenità è fondamentale. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Raffaella Lazzarin e la dottoressa Emanuela Vrenna, rispettivamente psicologa ed educatrice del Centro Starbene. 

Inizia un nuovo anno scolastico, come prepararsi al meglio per il rientro?

Quando si avvicina il momento di tornare a scuola può risultare utile per bambini e genitori ripristinare le routine: impostare la sveglia ad un orario che si avvicini a quello scolastico, dedicare qualche ora degli ultimi giorni di vacanza ai compiti per l’estate, affiancare i bambini nella preparazione del materiale scolastico.
Si rileva frequentemente l’ansia di rientrare a scuola. Risulta però importante distinguere tra due forme d’ansia:
ANSIA COSTRUTTIVA: forma d’ansia lieve che sprona a migliorarsi, a spingersi oltre i propri limiti, a voler “fare meglio”;
ANSIA DISTRUTTIVA: paura che paralizza, che sembra quasi annullare tutto ciò che si era studiato con impegno. In questo caso può risultare utile rivolgersi ad uno specialista.
Nonostante le sfide, il contesto scolastico offre numerose opportunità, come lo sviluppo di competenze sociali, lo sviluppo di autonomia e responsabilità, stabilità e struttura nello stile di vita.
Da parte dei genitori risulta importante sostenere e incoraggiare i propri figli, ponendosi come punto di riferimento; mostrare un coinvolgimento attivo nelle attività scolastiche che richiedono la presenza di un adulto (compiti, riunioni, colloqui).

Come gestire eventuali dubbi sull’apprendimento dei bambini?

Alcuni bambini possono manifestare alcune difficoltà che rendono più complesso il percorso di apprendimento. Spesso è proprio la scuola a segnalare tali difficoltà poiché rappresenta un contesto strutturato con attività più organizzate. In alcuni casi i genitori possono risultare molto spaventati in seguito a tali comunicazioni, iniziando a pensare agli scenari più complessi e irreparabili. Per il genitore risulta sicuramente difficile prendere contatto con le fragilità del proprio figlio, rendendo comprensibile un iniziale smarrimento, tuttavia risulta fondamentale riconoscere e prendere in mano la situazione. Risulta funzionale creare una rete tra scuola e famiglia, che consenta un passaggio di informazioni e una comunicazione diretta su quelle che possono essere le difficoltà e i bisogni del bambino, favorendo una presa in carico immediata del caso.

Qual è il percorso da intraprendere qualora un bambino manifestasse un’effettiva difficoltà?

Risulta importante intercettare possibili difficoltà già dalla scuola dell’infanzia, osservando i prerequisiti base delle abilità scolastiche. Questo consentirà di prevenire l’insorgenza di un disturbo o di limitarne l’intensità. Ad esempio, in caso di sospetto di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), affidarsi ad un professionista che si occupa della valutazione e del trattamento di disturbi del neurosviluppo, consentirà una valutazione accurata e minuziosa ed eventualmente una successiva presa in carico, che fornirà al bambino gli strumenti necessari per affrontare il percorso scolastico in modo più autonomo e sereno.

 

All’interno del Centro Starbene, anche in un’ottica di multidisciplinarietà, opera lo psicologo. A spiegare il suo lavoro è la dottoressa Raffaella Lazzarin.

Quando e perché è necessario o importante rivolgersi ad uno psicologo?

In alcune situazioni di vita che richiedono un cambiamento/adattamento della persona, può essere utile richiedere un supporto psicologico. Si tratta di difficoltà più o meno temporanee, come una crisi evolutiva legata ad una fase del ciclo vitale (adolescenza, menopausa, pensionamento, matrimonio, arrivo dei figli o la loro uscita da casa); oppure una crisi adattiva (lutto, separazione, licenziamento, malattia). Questi momenti possono decorrere senza particolari difficoltà oppure richiedere il supporto da parte di uno specialista.

Quanto è importante il supporto psicologico nello sviluppo in età evolutiva e in età adulta?

Il sostegno psicologico è un intervento valido sia in età evolutiva che in età adulta e può essere proposto secondo diverse modalità: individuale, di gruppo, con i genitori.

In età evolutiva è possibile intervenire su difficoltà di varia natura, dalla sfera emotiva e cognitiva a quella comportamentale. Il bambino può essere supportato nella gestione dei comportamenti evolutivi (entrata a scuola, integrazione con i pari, nascita dei fratelli, acquisizione di regole).

All’interno del centro Starbene la figura dello psicologo è parte di un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile, educatrici, logopedisti, neuropsicomotricista, assistente sociale, che prende in carico l’utente in base all’esigenza.

In particolare, per quanto concerne le diagnosi di disturbi del neurosviluppo si procede insieme al neuropsichiatra infantile e al terapista di riferimento ad una prima osservazione destrutturata del bambino, proseguendo poi con osservazioni più strutturate e valutazioni psicodiagnostiche che consentono la definizione di obiettivi a medio e lungo termine e di programmare l’intervento.

Alle famiglie che vivono la disabilità è riservato uno spazio di parent training, che accoglie il sistema familiare e offre interventi e percorsi di supporto al fine di elaborare e comprendere la diagnosi, gestire l’ansia e lo stress, confrontarsi riportando quelle che possono essere le difficoltà da affrontare ogni giorno.

Come si svolge un colloquio con lo psicologo?

Il sostegno psicologico prevede circa due incontri di consulenza, volti ad indagare e comprendere l’anamnesi della persona, nonché la sua richiesta e la attuale motivazione. Successivamente si prosegue con incontri a cadenza quindicinale con l’obiettivo di rendere più chiari alcuni aspetti di sé, rendere il soggetto più consapevole delle proprie risorse interne e comprendere come renderle funzionali. Attraverso tecniche precise, l’individuo entrerà in contatto con aspetti di sé fonti di sofferenza e proverà a riorganizzarli.

La riabilitazione in acqua (“Idrokinesiterapia”) è una terapia di fondamentale importanza nell’ambito di un percorso riabilitativo e si distingue dalla semplice ginnastica praticata in una normale piscina perché punta a raggiungere il benessere del paziente in un ambiente confortevole sfruttando quelli che sono i benefici dell’acqua in determinate condizioni. A spiegare meglio come agisce e quando è possibile effettuarla, sono la dottoressa Francesca Falbo e Ramona Scerbo, fisioterapiste del Centro Starbene.

Francesca Falbo e Ramona Scerbo, fisioterapiste del centro Starbene

Che cos’è l’idrokinesiterapia in acqua?

L’idrokinesiterapia è una terapia riabilitativa che sfrutta le proprietà fisiche dell’acqua unitamente a quelle dell’esercizio terapeutico. La specifica temperatura dell’acqua, di circa 33 gradi, ci permette di potenziarne l’efficacia.

Quali sono i benefici della riabilitazione in acqua?

La riabilitazione in acqua ci permette di ridurre sensibilmente la sintomatologia dolorosa, donando sollievo ai tessuti muscolari e alle articolazioni sin dalle prime sedute. Inoltre, ci permette di ridurre i tempi di recupero nelle fasi post operatorie.

Come si svolge una seduta?

Ogni seduta prevede l’esecuzione di una serie di esercizi specifici e di manovre di mobilizzazione passiva della parte interessata effettuata da un terapista. Durante tutta la durata della seduta il paziente è affiancato e assistito da un terapista che monitora il lavoro e i risultati. Questa rappresenta un valore aggiunto nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici.

Nell’ambito delle prestazioni legate al trattamento e alla riabilitazione dei pazienti, gioca un ruolo fondamentale il Servizio Sociale che partecipa attivamente all’elaborazione del progetto riabilitativo per ciò che concerne la propria competenza ed esperienza. Di cosa si occupa questa figura professionale lo spiega la dottoressa Rossella Iuzzolini, assistente sociale del centro Starbene.

Chi è l’assistente sociale e di cosa si occupa?
L assistente sociale e’ quell’operatore che agisce a favore dei singoli, gruppo o famiglia per favorire un processo di aiuto laddove l’ utenza non riesce a risolvere una situazione difficoltosa e lo fa attraverso metodologie scientifiche/ sociali

Quando è necessario rivolgersi a questo professionista?
L’assistente Sociale interviene in situazioni di disagio da parte dell’utenza, su richiesta d’aiuto o dalle istituzioni in determinate situazioni di emarginazione o disagio favorendo il recupero dei soggetti coinvolti. Ma non solo, il suo intervento è fondamentale anche in ottica di prevenzione.

Quanto è importante in un percorso terapeutico la figura dell’assistente sociale.
Penso sia basilare perchè si lavora sull’identificazione del disagio, basta pensare, ad esempio al progetto assistenziale individualizzato (PAI).

Come ogni il 16 ottobre ricorre la Giornata mondiale dell’alimentazione. Il tema scelto per questa edizione è “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare nessuno indietro”, ma più in generale gli eventi in programma vogliono porre l’attenzione sull’importanza di divulgare buone pratiche e corretti stili di vita. Di questa giornata e di quanto fondamentale sia l’alimentazione ne parliamo con la dottoressa Chiara Polimeni nutrizionista del Centro Starbene.

Quanto è importante una sana e corretta alimentazione?
Prima di tutto è bene ricordare che per alimentazione corretta si intende una alimentazione varia ed equilibrata, che fornisce al corpo l’apporto necessario e bilanciato di tutti i nutrienti, e questo permette di mantenere il peso corporeo corretto, di salvaguardare la nostra salute, rafforzando il sistema immunitario e prevenendo patologie metaboliche; permette di avere più energia e di migliorare il tono dell’umore.
Mangiare in maniera sana ed equilibrata consente anche di salvaguardare la salute del pianeta, perché, con le corrette scelte alimentari quotidiane, possiamo ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Si pensi, ad esempio, alle emissioni di gas, che contribuiscono all’effetto serra, conseguenti alla produzione di carne rossa.

Quali sono gli alimenti da tutelare e soprattutto da consumare per un corretto stile di vita?
Uno stile alimentare completo, bilanciato e sostenibile dovrebbe essere il più possibile vario, ed includere prodotti locali e di stagione, soprattutto di origine vegetale, la cui produzione ha un minore impatto ambientale. Frutta e verdura (ricchi di fibre, Sali minerali e vitamine); cereali integrali e legumi (fonte di proteine vegetali, fibre e carboidrati); olio extravergine di oliva, semi oleosi e frutta secca a guscio (come le noci, fonti di omega-3 che riducono il rischio di patologie cardiovascolari).
Non dobbiamo escludere le proteine di origine animale, ma si consiglia di preferire, fino a tre volte a settimana, carne bianca, pesce e uova, non provenienti da allevamenti intensivi, e di consumare la carne rossa al massimo una volta a settimana.

Quest’anno lo slogan della giornata mondiale dell’alimentazione è “l’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare nessuno indietro”. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per sostenere i Paesi in difficoltà e mettere in campo buone pratiche?
Non dobbiamo dimenticare l’importanza della corretta idratazione per il buon funzionamento dell’organismo, l’acqua interviene infatti in tutti i processi fisiologici e reazioni biochimiche del nostro corpo. Si pensi che circa il 60 % del corpo di un adulto è composto da acqua. Il cambiamento climatico, il massiccio utilizzo dell’acqua per l’agricoltura, l’industria e l’uso domestico, aumentano il rischio di una crisi idrica. Nel nostro piccolo possiamo contribuire a ridurre gli sprechi scegliendo una alimentazione sostenibile, ma anche adottando piccoli comportamenti quotidiani molto utili. Ad esempio, evitando le perdite dai lavandini; facendo docce brevi; chiudendo l’acqua quando spazzoliamo i denti; lavando frutta e verdure lasciandole ammollo, piuttosto che sotto l’acqua corrente, e riutilizzando l’acqua per innaffiare le piante

L’8 settembre ricorre la Giornata Mondiale della Fisioterapia. Promossa dalla World Physiotherapy, dal 1996 ha l’obiettivo di informare la popolazione sul contributo fondamentale che la Fisioterapia e il Fisioterapista forniscono a cittadini e pazienti. Il tema proposto quest’anno a livello mondiale è quello delle malattie reumatiche e in particolare l’artrite reumatoide.

Lo slogan lanciato dalla FNOFI e AIFI è ‘La Fisioterapia in tutti i luoghi di vita‘: in tutti i reparti degli ospedali (dalle rianimazioni alle degenze post-acuti), nelle strutture residenziali e diurne per disabili e per anziani, negli ambulatori pubblici e privati, nelle cure domiciliari, nei centri di ricerca.

Ma il contributo della Fisioterapia è sempre più essenziale e indiscutibile anche nelle strutture sportive, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, nonché nei ‘nuovi’ luoghi previsti dal Pnrr e dal DM77 come le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità e gli Hospices. In tutti questi luoghi la Fisioterapia può dare un valore aggiunto alla qualità di vita delle persone.

Starbene è centro d’eccellenza per il trattamento fisioterapico e la riabilitazione motoria. I nostri fisioterapisti, altamente qualificati e in continuo aggiornamento, mettono quotidianamente a disposizione dei pazienti professionalità, competenza e soprattutto passione e umanità.

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Le Onde d’urto sono tra le terapie più efficaci e non invasive, per trattare molte patologie dell’apparato muscolo-scheletrico. Quando e come sono efficaci? Lo abbiamo chiesto al dottor Luigi Vrenna, specialista in neurologia e fisiatria.

Quando rivolgersi al terapista e quando iniziare il trattamento?

Prevalentemente quando si diagnostica una calcificazione a ridosso dei tendini. In modo più approfondito e più specifico utilizziamo le onde d’urto quando ci troviamo di fronte a calcificazioni peri-tendinee soprattutto di spalla. Questa terapia è utile al fine di evitare l’intervento chirurgico. Se non si interviene tempestivamente la calcificazione, una volta instauratasi sul tendine, aumenta di volume. Le onde d’urto sono efficaci anche per la cura della spina calcaneare e della tendinite del tendine di Achille. In questo caso le calcificazioni impediscono una dorsiflessione del piede senza il dolore. Per quanto riguarda la spina calcaneare, la potenza dell’ onda d’urto non rompe la spina ma agisce sull’infiammazione, liberando degli enzimi che, durante l’infiammazione, si bloccano e provocando una vasodilatazione che aumenta l’apporto di sangue e ossigeno ai tessuto aumentando il rpocesso di disinfiammazione. Le onde d’urto sono utili anche nella cura della trocanterite, una calcificazione della parte alta del femore.

Quante sedute servono?

Non è standardizzato. Ogni patologia prevede un numero di sedute a seconda del dolore, dell’invalidità, anche se temporanea, che produce una determinata patologia. Negli ultimi anni le onde d’urto stanno avendo una espansione. Si comincia a parlare di questa terapia anche nelle pseudo-artrosi e anche negli esiti protesici e soprattutto nelle fratture dove si rileva un’accelerazione del processo di guarigione.

Quanto è importante agire subito?

Prima si agisce è meglio è! Trattandosi di calcificazioni se non si interviene immediatamente la calcificazione aumenta di volume. I primi sintomi, dunque, non andrebbero mai sottovalutati. Se una persona avverte un dolore bisogna subito rivolgersi allo specialista per una radiografia e, se necessario, intraprendere il percorso terapeutico.

Qual è la differenza tra onde d’urto focali e radiali?

Le prime sono manu-mediche, la può fare solo il medico specialista; mentre quella radiale che non ha controindicazioni ed effetti collaterali la può effettuare il terapista.

In occasione della festa della mamma, che come ogni anno si celebra la seconda domenica di maggio, i bimbi di Starbene hanno preparato dei disegni che rendono omaggio alle mamme.

Potete ammirarli cliccando sulla prima foto, tra colori e cuori si legge l’affetto.

La diagnostica strumentale si avvale di strumenti particolari che consentono di effettuare un esame diretto del paziente basandosi anche sull’uso di immagini.

Presso il centro Starbene è possibile usufruire delle seguenti prestazioni:

Elettroencefalogramma

L’elettroencefalogramma (EEG) è un esame strumentale indolore e non invasivo che consente la registrazione e valutazione dell’attività elettrica del cervello.
Si tratta di un approfondimento diagnostico neurologico ed è fondamentale per la diagnosi, lo studio ed il follow up delle epilessie in genere e dei disordini del sonno, ma è utile anche nella medicina dello sport e per approfondire eventuali patologie del sistema nervoso centrale(SNC) in generale.
Utilizzato in Neuropsichiatria infantile, può essere eseguito ad ogni età in veglia o in sonno o in veglia/sonno.
La registrazione dell’elettroencefalogramma avviene facendo indossare una cuffia preclabata, in casi eccezionali (traumi cranici medicati, suture, etc.) l’esame viene eseguito applicando una griglia in silicone sullo scalpo del paziente rispettando sempre il sistema internazionale 10.20. L’esame prevede differenti procedure a seconda dell’età, delle condizioni cognitivo-comportamentali e di salute in genere.

Elettromiografie

L’elettromiografia (EMG) è un’indagine diagnostica che si esegue con lo scopo di valutare lo stato di salute dei muscoli e dei nervi. L’elettromiografia, che si compone di tre fasi (elettromiografia, elettroneurografia ed elettromiografia di singola fibra) è un esame di tipo funzionale, cioè indaga la funzione del nervo o del muscolo. L’esame si compone di tre fasi: elettromiografia (EMG), elettroneurografia (ENG), EMG di singola fibra.

Ecografie

L’ecografia è una tecnica non invasiva che consente di diagnosticare eventuali patologie attraverso l’impiego di ultrasuoni che consentono di generare e visualizzare l’immagine di organi e tessuti interni. Prima di procedere con alcuni tipi di ecografia, è necessaria una preparazione per aiutare a migliorare la qualità delle immagini prodotte.

Ecocolordoppler

L’ecocolordoppler è un esame rapido (durata di 15-30 minuti) e non invasivo che consente di rilevare delle anomalie o delle patologie vascolari o lesioni aterosclerotiche utilizzando onde sonore. È utile per indagini di routine e per diagnosticare o monitorare nel corso del tempo determinate malattie.

Baiobit

Il Baiobit è un sistema digitale che supporta i nostri specialisti nella valutazione della funzionalità motoria (R.O.M) e nella scelta della terapia giusta da seguire. Si tratta di un dispositivo indossabile che misura il movimento. I dati vengono poi elaborati da un software.

Holter Pressorio

L’holter pressorio è un esame diagnostico non invasivo, indolore, che consente di misurare, a intervalli regolari, la pressione arteriosa durante una intera giornata e di registrarne i risultati.

Holter Cardiaco

L’holter cardiaco si effettua attraverso un apparecchio che registra l’attività elettrica del cuore. Al paziente vengono applicati sul torace alcuni elettrodi collegati all’apparecchio portatile grande quanto un I-phone, da indossare per il periodo prefissato dal medico, di giorno e di notte. Una volta terminato l’esame, l’utente dovrà recarsi nuovamente presso il centro per rimuovere gli elettrodi e consegnare l’apparecchio contenente i dati che verranno scaricati ed inviati al medico refertatore. Il tutto in tempi rapidi per garantire una diagnosi veloce.

Elettrocardiogramma

L’elettrocardiogramma, o ECG, è un esame diagnostico, anche di routine, attraverso il quale si registrano e riportano graficamente il ritmo e l’attività elettrica del cuore. L’elettrocardiogramma permette di rilevare diverse condizioni cardiache a riposo o sotto sforzo.

Gli esami di diagnostica strumentale non rientrano nel regime di convenzione.

Si amplia il ventaglio di servizi offerto da Starbene in ambito cardiologico. Presso il nostro centro, grazie a una eccellente e completa dotazione strumentale nel campo della diagnostica non invasiva, è possibile eseguire esami utili per prevenire e gestire malattie cardiovascolari.

HOLTER PRESSORIO

L’holter pressorio è un esame diagnostico non invasivo, indolore, che consente di misurare, a intervalli regolari, la pressione arteriosa durante una intera giornata e di registrarne i risultati.
Il dispositivo a disposizione presso il Centro Starbene è un registratore della pressione H24, semplice da usare, leggero e compatto. Tutto per massimizzare il confort del paziente.

HOLTER CARDIACO

L’holter cardiaco si effettua attraverso un apparecchio che registra l’attività elettrica del cuore. Al paziente vengono applicati sul torace alcuni elettrodi collegati all’apparecchio portatile grande quanto un I-phone, da indossare per il periodo prefissato dal medico, di giorno e di notte.
Una volta terminato l’esame, l’utente dovrà recarsi nuovamente presso il centro per rimuovere gli elettrodi e consegnare l’apparecchio contenente i dati che verranno scaricati ed inviati al medico refertatore. Il tutto in tempi rapidi per garantire una diagnosi veloce.

ELETTROCARDIOGRAMMA

L’elettrocardiogramma, o ECG, è un esame diagnostico, anche di routine, attraverso il quale si registrano e riportano graficamente il ritmo e l’attività elettrica del cuore. L’elettrocardiogramma permette di rilevare diverse condizioni cardiache a riposo o sotto sforzo.

L’utente, dopo eventuale prescrizione medica, può recarsi direttamente al centro o può contattare il numero 0962.26961 per prenotare l’esame diagnostico.

Salvatore Bagalà, Neuropsichiatra infantile

Il 2 aprile, come ogni anno, si celebra la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo: intervista al dottor Salvatore Bagalà, Neuropsichiatra infantile presso il Centro Starbene.

Cos’è l’autismo?

E’ un disturbo pervasivo del neurosviluppo del Sistema Nervoso Centrale, ad esordio precoce che, in base alle evidenze e indicazioni ormai consolidate della letteratura scientifica internazionale, determina una disabilità complessa nell’area della comunicazione, socializzazione, percezione e del comportamento, ridotto e stereotipato. Nello specifico ed a scopo esemplificativo si caratterizza per deficit della reciprocità socio-emotiva nell’iniziativa e conversazione nella comunicazione verbale e mimico-gestuale efficace e di condivisione di interessi, emozioni e sentimenti. Tra le altre manifestazioni si rilevano, in modo molto diversificato tra una persona e l’altra ma anche nello stesso individuo, una varietà di difficoltà di comprensione e gestione delle relazioni e di adattamento ai diversi contesti sociali, di condivisione delle attività di gioco di immaginazione (noto come “metacognitivo”), quali capacità di fare amicizia, isolamento ed apparente disinteresse verso i coetanei. Quindi oltre a movimenti ed eloquio stereotipati e ripetitivi, si osservano sottomissioni a routine, scarsa flessibilità, dispersione delle capacità, oppure disagio e resistenza ai cambiamenti, interessi insoliti e bizzarri, iperconcretismo e cura particolare per i dettagli. Non trascurabili le turbe “percettive” con reazioni insolite e ipo/ipereattività agli stimoli (per es. tapparsi le orecchie udendo taluni rumori, soffermarsi insistentemente su luci fisse o in movimento, esplorare gli oggetti portandoli in bocca o annusandoli). Tale variabilità giustifica il concetto di “Spettro Autistico” e, le diverse fasi evolutive in cui si registrano, quello di traiettoria per un disturbo detto Life-span perché interessa pur modificandosi tutta la vita. Pertanto si distinguono vari livelli di gravità (1, 2, 3) per i quali è necessario un supporto e questo deve essere significativo o molto significativo. Inoltre si distinguono associazioni, note come specificatori per disturbi intellettivi e del linguaggio, condizioni mediche e genetiche note, o comorbilità con altri disturbi psicopatlogici e del neurosviluppo (per es. ADHD).

Quanto è importante una diagnosi precoce?

E’ fondamentale in quanto consente di intervenire tempestivamente e di “rimodellare” letteralmente le “strutture encefaliche” che sono alla base dei comportamenti tipici o atipici (propri dell’autismo) del neurosviluppo grazie alla peculiare “plasticità” delle prime epoche della vita, con adeguate procedure (non esiste un solo “metodo” di trattamento dei disturbi dello spettro autistico). In ragione di tale evidenza sono attive e sempre più insistentemente promosse campagne di sensibilizzazione e screening (per es. il progetto NIDA dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità) a conferma di tale rilevanza.

Il 2 aprile è la giornata dedicata all’Autismo, cosa si può ancora fare per migliorare la qualità della vita di bambini e adolescenti e come sostenere le famiglie?

Moltissimo! Gli interventi sono ancora oggi insufficienti, dispersi nei vari contesti di vita e spesso inappropriati. La prima esigenza risiede nella “strutturazione” concertata di attività mirate a sviluppare le “capacità emergenti” e adattare quelle disfunzionali, nelle aree descritte, di ogni singola persona con autismo, previa definizione di un profilo dinamicamente aggiornato di funzionamento secondo le indicazioni dell’OMS e della classificazione ICF. Permane l’esigenza di una rete di servizi sanitari specialistici, di diagnosi e trattamento, accessibili e omogeneamente diffusi in tutti i territori regionali, per garantire il superamento della disomogeneità e della difformità di opportunità di cura e presa in carico. La rete dei servizi sanitari, sia territoriali che ospedalieri, sia specialistici che di base, deve garantire un approccio multiprofessionale e interdisciplinare per poter affrontare con competenza e coesione la complessità e l’eterogeneità delle sindromi autistiche. Risulta pertanto essenziale il raccordo e coordinamento tra i vari settori sanitari coinvolti così come l’integrazione tra gli interventi sanitari e quelli scolastici, educativi e sociali, tra servizi pubblici e servizi del privato e del privato sociale, le famiglie e le loro Associazioni. Occorre, infine, diffondere la consapevolezza che l’autismo è un problema che riguarda l’intero ciclo della vita e non può né deve confinarsi ed esaurirsi nella pur lodevole giornata del 2 aprile. L’azzurro “luminoso” di questo appuntamento è ancora un auspicio insufficiente se non tradotto in azioni incisive e sinergiche per una condizione resa ancora più emergenziale per la sua esplosione epidemiologica (le ultime stime, più prudenti, riportano un’incidenza di 1 caso su 58/62). Serve la consapevolezza e l’impegno etico e continuo di tutti!

Il dolore è un’esperienza soggettiva, sensoriale ed emotiva, spesso vissuta come una malattia e, come tale, da curare. Il Centro Starbene mette a disposizione dell’utenza uno dei migliori specialisti in materia di terapia del dolore muscoloscheletrico e neuropatico, il dottor Sebastiano Serra, specialista in Fisiologia e Malattie del Sistema Nervoso, Fisiatria (Perf. in Posturologia, Master in Terapia del Dolore, Perf. e Alta Specializzazione per il Dolore Neuropatico).

Cos’è la terapia del dolore?

Il dolore, causato da un danno o da una disfunzione dell’organismo, una volta instauratosi, tende spesso a cronicizzare e può risultare grave e difficilmente controllabile. Per questo motivo è fondamentale intervenire, quanto più precocemente possibile, con trattamenti farmacologici, fisici e psicologici/cognitivi, onde evitare l’instaurarsi, anche solo, della “memoria” del dolore e della diversificazione tissutale irreversibile. La terapia del dolore muscoloscheletrico e neuropatico, viene effettuata da specialisti di branca, necessita di un notevole livello di esperienza e si avvale di molteplici “armi” terapeutiche. E’ operatore dipendente e deve essere “confezionata” ad hoc, per ogni singolo paziente e patologia.

Quando rivolgersi allo specialista?

Il più precocemente possibile, quando le comuni terapie di base non hanno sortito gli effetti desiderati o quando si ritenga che la prestazione richiesta sia dirimente nel breve termine.

Quanto è importante informare le persone sulla possibilità di controllare il dolore cronico?

E’ fondamentale informare l’opinione pubblica che il dolore, in quanto tale, deve e può essere efficacemente controllato, evitando ove possibile, il processo di cronicizzazione.

Qual è il modo migliore per rendere efficace la terapia del dolore?

L’efficacia di ogni terapia è strettamente correlata al tempo intercorso ad intraprendere un trattamento, allacapacità di “prendere” in carico il paziente, di lavorare in equipe multidisciplinare e alla preparazione professionale degli stessi, considerando la rapida evoluzione di tecniche e trattamenti specifici.

Starbene è anche centro Scoliosi. È possibile rivolgersi alla nostra struttura per la diagnosi precoce e il trattamento delle patologie della colonna vertebrale. Quando e come? Lo spiega il dottor Ettore Edmondo Zito, specialista in ortopedia e nel trattamento e prevenzione della scoliosi e delle deformità vertebrali, iscritto alla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia in qualità di socio ordinario dal 1992 e socio ordinario, dal 2004, della Società Italiana di Chirurgia Vertebrale –Gruppo Italiano Scoliosi.

Che cos’è la scoliosi?

Una deformità della colonna vertebrale che colpisce gli adolescenti e che ha un grosso potenziale evolutivo durante lo sviluppo fino a quando i ragazzi non completano l’accrescimento. La scoliosi è un problema estetico nell’adolescenza e nell’età giovanile – specie nelle ragazze che è il sesso più colpito con una incidenza di 5 a 1 ; nell’età adulta invece provoca gravi disfunzioni e diventa una malattia fortemente invalidante. La colonna vertebrale, nel tratto dorsale, si articola infatti con le costole per formare la gabbia toracica al cui interno si trovano organi fondamentali: cuore e polmoni, ecco perché se non curata da subito, nell’età pre-senile e senile causa gravi ripercussioni sulla funzionalità respiratoria e cardiaca soprattutto nelle donne in età postmenopausale visto che va ad aggravare le manifestazioni degenerative dell’osteoporosi. La prognosi insomma, andrà dunque ad incidere sulla qualità della vita.

Quando rivolgersi all’esperto?

Nell’età dello scatto puberale, generalmente in quinta elementare o in prima media.

Quanto è importante la diagnosi precoce?

E’ fondamentale perché evita il calvario di un trattamento drastico della scoliosi ed evita soprattutto l’intervento chirurgico che oltre ad essere lungo doloroso e fastidioso sottopone a notevoli sacrifici il paziente ma anche la famiglia e la comunità per gli elevati costi che comporta. Ecco perché i pediatri dovrebbero invitare i genitori a sottoporre i propri figli a una visita con lo specialista in un centro specializzato per un attento esame obiettivo. In questo senso è stata inviata una mail ai medici di base per avviare tramite il centro Starbene un programma di screening adolescenziale per la: DIAGNOSI PRECOCE della scoliosi e dei dismorfismi e paramorfismi della colonna vertebrale con programma di screening adolescenziale. Effettuata la diagnosi l’adolescente verrà sottoposto ad attento e severo protocollo terapeutico secondo le Linee Guida del Gruppo Italiano Scoliosi. Trattandosi di una malattia di cui a tutt’oggi non si conosce la causa, l’unica forma di profilassi è l’attenta sorveglianza fino al termine dell’accrescimento pronti ad intervenire con tutte le metodiche di trattamento più opportune all’evolversi della deformità.

Presso il Cento Starbene è possibile quindi effettuare :
MORFOMETRIA VERTEBRALE e valutazione dell’evolutività delle deformità e del relativo programma terapeutico
TRATTAMENTO LYONNESE della scoliosi
TRATTAMENTO CONSERVATIVO con corsetti, busti ed apparecchi gessati
TRATTAMENTO KINESITERAPICO con applicazione delle principali metodiche correttive e di rieducazione motoria ( SCHROTH, KLAPP, MEZIERES, SOHIER, NIIEDERHOFFER, I.O.P. )DIAGNOSI PRECOCE delle deformità congenite
(SCHISI VERTEBRALE ED EMISPONDILIA, DISPLASIA DELL’ANCA, PIEDE TORTO CONGENITO )
DIAGNOSI PRECOCE dell’ alterazioni dell’adolescenza
(PIEDE PIATTO VALGO, GINOCCHIO VALGO, OSTEOCONDROSI, EPIFISIOLISI, SPONDILOLISI E SPONDILOLISTESI )

La strategia del centro è quella di individuare le forme di scoliosi che sono destinate ad evolversi e peggiorare intervenendo con trattamenti mirati ed effettuare diagnosi precoce delle principali patologie di interesse ortopedico-pediatrico.

L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, è associata a diverse patologie, quali malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, ed è principalmente causata da fattori genetici, da un’alimentazione scorretta e dalla sedentarietà; può insorgere in ogni fase della vita e può essere transitoria o duratura.

L’obesità può essere prevenuta, quando non dipende da una specifica patologia, ma bisogna intervenire su più fattori, non solo comportamentali e psicologici, ma anche ambientali e sociali.

Per questo motivo è stata istituita nel 2015, la Giornata Mondiale dell’Obesità, che ricorre il 4 marzo in tutto il mondo, e ha lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni e di incoraggiare l’adozione di stili di vita corretti, insistendo in particolare sulla prevenzione in età evolutiva. L’obesità in età evolutiva, infatti, rappresenta un elevato fattore di rischio per lo sviluppo di obesità in età adulta.

Per prevenire sovrappeso e obesità non bisogna rinunciare ai sapori, ma è importante modificare le proprie abitudini alimentari, e un risultato soddisfacente si ottiene dalla somma di tante piccole e costanti attenzioni.

Ecco i consigli della dottoressa Chiara Polimeni, nutrizionista del Centro Starbene

  • Fare la spesa possibilmente quando vi sentite non affamati; preparare una precisa lista della spesa e acquistare solo gli alimenti della lista. Imparare a leggere le etichette nutrizionali; non avere in casa alimenti a elevata densità energetica pronti per il consumo (es. dolci, salumi, formaggi);
  • Non assaggiare durante la preparazione dei pasti, portare a tavola solo ciò che si vuole mangiare, masticare ogni boccone a lungo e assaporare il cibo.
  • Utilizzare olio extravergine d’oliva piuttosto che burro o margarina; preferire metodi di cottura che non richiedano l’aggiunta di grassi. Utilizzare spezie, erbe aromatiche per insaporire e padelle e pentole con fondo antiaderente, cottura a pressione, ecc..;
  • Nelle occasioni sociali è importante non arrivare a tavola troppo affamati, limitare numero e porzioni degli alimenti, essere coscienti di ciò che si sceglie, gustare il piacere della compagnia e non solo quello del cibo
  • Fra gli spuntini preferire il consumo di frutta fresca, frutta secca, yogurt magro piuttosto che merendine.
  • Burro e margarina nei dolci possono essere sostituiti dallo yogurt magro, le torte possono essere farcite con frutta fresca, le crostate di frutta vanno preferite alle torte ripiene.
  • Seguire una dieta varia, limitando il consumo di sale, grassi saturi, zuccheri semplici (abbondanti soprattutto nei cibi confezionati);
  • Aumentare il consumo di fibre alimentari (frutta, verdura, legumi, cereali integrali) e di alimenti freschi, di stagione e preferibilmente a Km 0;
  • Limitare il consumo di bevande alcoliche. L’alcol è nocivo per la salute degli organi, è una importante fonte di calorie ed è privo di nutrienti;
  • Dare ai bambini un buon esempio in materia di alimentazione, coinvolgendoli nella scelta e nella preparazione dei pasti;
  • Fare una regolare attività fisica: almeno 30 minuti/giorno di camminata a passo veloce; usare le scale piuttosto che l’ascensore, e se volete chiacchierare con un amico, fatelo passeggiando piuttosto che sorseggiando un drink seduti al bar.

L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della sanità, come si legge nella sua costituzione, è “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Questa definizione è l’assoluto ideale a cui tendere nell’assistenza e nella cura della persona.

Una delle condizioni ormai più comuni che allontana da tale condizione di benessere è l’obesità che in Italia ha un’incidenza stimata fra il 10 ed il 15% della popolazione generale. Secondo l’Istituto Superiore di sanità si tratta di uno dei principali problemi di salute pubblica.

Cos’è l’obesità?

E’ una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Si tratta di una malattia seria e debilitante. L’eccessivo peso corporeo usura le articolazioni e la colonna vertebrale. Le energie e la voglia di muoversi ed eseguire una sana attività fisica declinano a ogni chilo che si aggiunge al nostro corpo.

A causa dell’obesità si sviluppano malattie metaboliche gravi che facilmente diventano croniche e difficilmente risolvibili con la terapia medica. Ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete mellito sono solo alcune tra le più importanti patologie che si riscontrano nei pazienti obesi.

Oltre al benessere fisico viene minato anche il benessere psichico con gravi conseguenze sulla qualità della vita e le relazioni sociali.
Il sonno notturno, ad esempio, è disturbato dall’eccessivo peso e senza che ce ne si renda conto, l’obeso va in apnea durante il riposo. Arriva meno ossigeno al nostro organismo. Si dorme male e durante la giornata si è stanchi e svogliati.

Man mano che l’età avanza, il paziente è costretto quindi a destreggiarsi fra diversi specialisti: dietisti, psicologi, cardiologi, diabetologi, endocrinologi, pneumologi, ortopedici, fisiatri ecc…

Quando ricorrere a un intervento di chirurgia bariatrica?

Negli ultimi decenni un ruolo decisivo nella terapia dell’obesità è stato assunto dalla chirurgia Bariatrica. Dalla fine degli anni 70 negli USA si è iniziato a trattare l’obesità attraverso interventi chirurgici che negli anni recenti sono diventati sempre più mirati, più efficaci, meno invasivi.

A seguito di fallimenti di percorsi e terapie dietetico-comportamentali, il paziente obeso in una età compresa fra 18 e 65 anni può essere candidabile ad interventi chirurgici bariatrici muovendo così i suoi primi passi nell’approssimarsi all’ideale “stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” auspicato dall’OMS.

Il percorso con il Centro Starbene

Il Centro StarBene, con le sue varie professionalità e risorse, permette non solo di compiere questo primo passo, ma di proseguire in tutto il cammino riabilitativo e mantenitivo.

Gli interventi chirurgici dei pazienti che afferiscono allo StarBene vengono eseguiti presso il Centro di Chirurgia Bariatrica del Policlinico San Marco di Zingonia (BG) con tecnica laparoscopica mini-invasiva.

Di fondamentale importanza per la buona riuscita e l’ottenimento di un risultato definitivo senza recidive di obesità è un adeguato follow-up, innanzitutto clinico e successivamente, se necessario, strumentale, attraverso visite ambulatoriali, sia chirurgiche che dietistiche che psicologiche, a cadenze differenti sempre nel pieno rispetto delle linee guida.

Starbene accompagna il paziente dall’inizio del percorso e fino alla fine. Dopo l’intervento infatti, si inizia il protocollo dietetico in regime da ricovero, sotto la supervisione dell’equipe multidisciplinare, poi dopo le dimissioni si ritorna al domicilio.

Seguono poi i controlli clinici ambulatoriali chirurgici presso il Centro StarBene a 1 mese, 3-6-9-12 mesi e successivamente con cadenza annuale (o anticipata, a seconda delle differenti necessità clinico-terapeutiche). In tale sede verranno concordate con gli altri specialisti del Centro StarBene le ulteriori terapie di supporto necessarie per il percorso di cura.

Lo specialista il Dottor Matteo Uccelli

Il dott. Matteo Uccelli (circa 1500 interventi di Chirurgia Bariatrica negli ultimi 5 anni come primo operatore), collaboratore del prof. Olmi da oltre 10 anni, ha cooperato attivamente nella ideazione e creazione del Centro di Chirurgia Bariatrica di Zingonia. Attualmente ricopre il ruolo di Aiuto – Referente Chirurgia Bariatrica presso il Chirurgia Generale ed Oncologica – Centro di Chirurgia Laparoscopica Avanzata – Centro di Chirurgia dell’Obesità del Policlinico San Marco GSD (Zingonia -BG).