Ha avuto inizio il 2 ottobre e si concluderà l’8, la Settimana Nazionale della Dislessia, organizzata da AID in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla European Dyslexia Association (EDA). Il titolo scelto per questa edizione è “Leggere libera tutti: diritti verso l’apprendimento”. Il focus della manifestazione sarà la legge 170/2010 e la necessità di garantire a tutti cultura e conoscenza, rendendole accessibili.
Ma cos’è la dislessia? Quando e come intervenire? Ce lo spiegano Luisa De Masi e Alessia Amatore, rispettivamente logopedista e psicologa presso il Centro Starbene.
Luisa De Masi – Logopedista
Alessia Amatore – Psicologa
Che cos’è la Dislessia?
La Dislessia è un disturbo che fa parte della categoria dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) che sono caratterizzati da diversità nel neuro-sviluppo che causano difficoltà in alcune aree specifiche dell’apprendimento scolastico, nell’ambito di un funzionamento intellettivo adeguato all’età cronologica. Nello specifico la Dislessia è un disturbo nella lettura inteso come abilità di decodifica del testo e si esprime attraverso un deficit nella rapidità e/o nell’accuratezza. Inoltre questa incapacità interferisce significativamente con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane. Il primo effetto, osservabile e misurabile, del disturbo di lettura (Dislessia), è certamente una lettura lenta e stentata, poco fluente, affaticabile, spesso caratterizzata da errori di natura diversa.Tra i fattori di rischio che aumentano la probabilità di insorgenza di tali disturbi vi è la presenza di un pregresso disturbo di linguaggio e la familiarità.
Quali sono i segnali da cogliere?
Le famiglie, la scuola e gli specialisti sanitari, hanno un ruolo fondamentale nel riconoscimento e nella gestione degli alunni con DSA, fin dal loro primo manifestarsi e nell’avviare adeguati interventi che possano garantire la tutela ed i diritti degli studenti con DSA. La scuola riconosce le difficoltà nel percorso di apprendimento il più precocemente possibile, predispone specifiche attività di recupero e di potenziamento ne informa la famiglia. Se tali interventi – si legge nel documento titolato “Le Linee guida per la diagnosi e la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)” adottato dalla Regione Calabria – non dovessero produrre i miglioramenti attesi, invita la famiglia a richiedere una valutazione clinica per accertare eventuale presenza di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La scuola supporta la famiglia, garantisce e promuove il raccordo tra i soggetti coinvolti.
In base alle attuali conoscenze scientifiche, si sottolinea che la diagnosi di disturbo dell’apprendimento non può essere effettuata prima della fine del secondo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la dislessia e la disortografia, e prima della fine del terzo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la discalculia e la disgrafia (DSM V).
Già nella scuola dell’infanzia sono identificabili i seguenti elementi predittivi:
• Difficoltà di linguaggio (confusione di suoni, frasi incomplete, sintassi inadeguata
• Difficoltà nella copia da modello e disordine nella gestione dello spazio del foglio
• Difficoltà di memoria
• Difficoltà di attenzione
• Manualità fine difficoltosa
• Goffaggine e impaccio motorio
• Difficoltà nel ripetere sequenza ritmiche
Difficoltà metafonologiche
Con l’ingresso alla scuola primaria è possibile rilevare i seguenti indicatori di rischio, nello specifico caso della dislessia si osserverà:
1) LETTURA:
• Difficoltà nel riconoscere i diversi caratteri tipografici
• Difficoltà a mantenere il segno nella lettura
• Sostituzione di suoni simili (ad esempio: p/b – d/t – m/n)
• Errori fonetici (ad esempio: omissione di accenti)
• Errori di anticipazione (basati sull’analisi della prima sillaba)
• Lentezza ed errori nella lettura a voce alta che compromettono la comprensione del testo
Quali sono gli aspetti Psicologici da osservare?
Potrebbe capitare agli studenti con un Disturbo specifico dell’apprendimento, di sperimentare fin dai primi anni della loro esperienza scolastica un forte senso di disagio legato agli insuccessi, alla paura di sbagliare, alla sensazione di non essere all’altezza delle richieste, spesso, incompresi da insegnanti e genitori che attribuiscono gli errori alla scarsa motivazione o a disattenzione.
Questi aspetti potrebbero ledere la loro autostima e la loro capacità di sentirsi “individui efficaci”, influenzando così i loro comportamenti attuali e quelli futuri. È importante sottolineare che l’autostima si costruisce tramite il confronto tra la percezione che si ha di sé e il proprio sé ideale, per sé ideale si intende “come vorrei essere”.
In questo senso il rendimento scolastico condiziona fortemente la percezione di competenza che uno studente si crea riguardo sé stesso e in questo senso i fallimenti sperimentati da studenti con DSA possono contribuire ad abbassare il proprio livello di autostima scolastica. Secondo tale premessa, è essenziale individuare precocemente il problema di apprendimento, al fine di poter condividere con insegnanti, genitori e il bambino stesso una chiave di lettura della causa delle difficoltà e introdurre fin dai primi anni di scuola percorsi di potenziamento e adattamenti scolastici, limitando quelle esperienze di insuccesso che potrebbero condurre a ricadute emotive.
Un’ identificazione precoce ed un intervento tempestivo da parte di figure specialistiche possono, ridurre l’entità della compromissione e permettere un migliore adattamento alla realtà scolastica
Inizia un nuovo anno scolastico, il centro Starbene è sempre al fianco delle famiglie
Tutto è pronto per il primo giorno di scuola. In Calabria la prima campanella suonerà lunedì 16 settembre e genitori e bimbi sono pronti a ricominciare. Riprendere al meglio le attività, iniziare un nuovo percorso e affrontare eventuali sfide guidati da esperti e professionisti con serenità è fondamentale. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Raffaella Lazzarin e la dottoressa Emanuela Vrenna, rispettivamente psicologa ed educatrice del Centro Starbene.
Inizia un nuovo anno scolastico, come prepararsi al meglio per il rientro?
Quando si avvicina il momento di tornare a scuola può risultare utile per bambini e genitori ripristinare le routine: impostare la sveglia ad un orario che si avvicini a quello scolastico, dedicare qualche ora degli ultimi giorni di vacanza ai compiti per l’estate, affiancare i bambini nella preparazione del materiale scolastico.
Si rileva frequentemente l’ansia di rientrare a scuola. Risulta però importante distinguere tra due forme d’ansia:
ANSIA COSTRUTTIVA: forma d’ansia lieve che sprona a migliorarsi, a spingersi oltre i propri limiti, a voler “fare meglio”;
ANSIA DISTRUTTIVA: paura che paralizza, che sembra quasi annullare tutto ciò che si era studiato con impegno. In questo caso può risultare utile rivolgersi ad uno specialista.
Nonostante le sfide, il contesto scolastico offre numerose opportunità, come lo sviluppo di competenze sociali, lo sviluppo di autonomia e responsabilità, stabilità e struttura nello stile di vita.
Da parte dei genitori risulta importante sostenere e incoraggiare i propri figli, ponendosi come punto di riferimento; mostrare un coinvolgimento attivo nelle attività scolastiche che richiedono la presenza di un adulto (compiti, riunioni, colloqui).
Come gestire eventuali dubbi sull’apprendimento dei bambini?
Alcuni bambini possono manifestare alcune difficoltà che rendono più complesso il percorso di apprendimento. Spesso è proprio la scuola a segnalare tali difficoltà poiché rappresenta un contesto strutturato con attività più organizzate. In alcuni casi i genitori possono risultare molto spaventati in seguito a tali comunicazioni, iniziando a pensare agli scenari più complessi e irreparabili. Per il genitore risulta sicuramente difficile prendere contatto con le fragilità del proprio figlio, rendendo comprensibile un iniziale smarrimento, tuttavia risulta fondamentale riconoscere e prendere in mano la situazione. Risulta funzionale creare una rete tra scuola e famiglia, che consenta un passaggio di informazioni e una comunicazione diretta su quelle che possono essere le difficoltà e i bisogni del bambino, favorendo una presa in carico immediata del caso.
Qual è il percorso da intraprendere qualora un bambino manifestasse un’effettiva difficoltà?
Risulta importante intercettare possibili difficoltà già dalla scuola dell’infanzia, osservando i prerequisiti base delle abilità scolastiche. Questo consentirà di prevenire l’insorgenza di un disturbo o di limitarne l’intensità. Ad esempio, in caso di sospetto di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), affidarsi ad un professionista che si occupa della valutazione e del trattamento di disturbi del neurosviluppo, consentirà una valutazione accurata e minuziosa ed eventualmente una successiva presa in carico, che fornirà al bambino gli strumenti necessari per affrontare il percorso scolastico in modo più autonomo e sereno.
Al Centro Starbene il prezioso lavoro dello psicologo, quando è utile richiedere un supporto
All’interno del Centro Starbene, anche in un’ottica di multidisciplinarietà, opera lo psicologo. A spiegare il suo lavoro è la dottoressa Raffaella Lazzarin.
Quando e perché è necessario o importante rivolgersi ad uno psicologo?
In alcune situazioni di vita che richiedono un cambiamento/adattamento della persona, può essere utile richiedere un supporto psicologico. Si tratta di difficoltà più o meno temporanee, come una crisi evolutiva legata ad una fase del ciclo vitale (adolescenza, menopausa, pensionamento, matrimonio, arrivo dei figli o la loro uscita da casa); oppure una crisi adattiva (lutto, separazione, licenziamento, malattia). Questi momenti possono decorrere senza particolari difficoltà oppure richiedere il supporto da parte di uno specialista.
Quanto è importante il supporto psicologico nello sviluppo in età evolutiva e in età adulta?
Il sostegno psicologico è un intervento valido sia in età evolutiva che in età adulta e può essere proposto secondo diverse modalità: individuale, di gruppo, con i genitori.
In età evolutiva è possibile intervenire su difficoltà di varia natura, dalla sfera emotiva e cognitiva a quella comportamentale. Il bambino può essere supportato nella gestione dei comportamenti evolutivi (entrata a scuola, integrazione con i pari, nascita dei fratelli, acquisizione di regole).
All’interno del centro Starbene la figura dello psicologo è parte di un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile, educatrici, logopedisti, neuropsicomotricista, assistente sociale, che prende in carico l’utente in base all’esigenza.
In particolare, per quanto concerne le diagnosi di disturbi del neurosviluppo si procede insieme al neuropsichiatra infantile e al terapista di riferimento ad una prima osservazione destrutturata del bambino, proseguendo poi con osservazioni più strutturate e valutazioni psicodiagnostiche che consentono la definizione di obiettivi a medio e lungo termine e di programmare l’intervento.
Alle famiglie che vivono la disabilità è riservato uno spazio di parent training, che accoglie il sistema familiare e offre interventi e percorsi di supporto al fine di elaborare e comprendere la diagnosi, gestire l’ansia e lo stress, confrontarsi riportando quelle che possono essere le difficoltà da affrontare ogni giorno.
Come si svolge un colloquio con lo psicologo?
Il sostegno psicologico prevede circa due incontri di consulenza, volti ad indagare e comprendere l’anamnesi della persona, nonché la sua richiesta e la attuale motivazione. Successivamente si prosegue con incontri a cadenza quindicinale con l’obiettivo di rendere più chiari alcuni aspetti di sé, rendere il soggetto più consapevole delle proprie risorse interne e comprendere come renderle funzionali. Attraverso tecniche precise, l’individuo entrerà in contatto con aspetti di sé fonti di sofferenza e proverà a riorganizzarli.
Al Centro Starbene la formazione BLSD e PBLSD per la sicurezza di tutti gli utenti
Una giornata all’insegna della formazione e della sicurezza quella che si è svolta presso la sede del Centro Starbene. Grazie all’organizzazione della Simeup Crotone e alla guida dei direttori di centro e corso, la dott.ssa Anna Maria Sulla e il dott. Giovanni Capocasale, insieme agli istruttori nazionali Simeup, si è tenuto un corso di formazione BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) e PBLSD (Pediatric Basic Life Support and Defibrillation) di sei ore che ha coinvolto attivamente i dipendenti della struttura.
Il corso è stato progettato per offrire una formazione completa, combinando teoria e pratica. I partecipanti hanno potuto apprendere le tecniche di base per il supporto vitale e la defibrillazione sia per adulti che per bambini, utilizzando manichini di ultima generazione. Questi dispositivi avanzati non solo hanno permesso ai discenti di esercitarsi, ma hanno anche fornito feedback in tempo reale sulla qualità del massaggio cardiaco, consentendo un miglioramento continuo delle tecniche apprese.
Durante la giornata formativa, l’entusiasmo e l’impegno dei partecipanti sono stati evidenti. La sessione pratica ha visto i discenti impegnarsi nell’applicazione delle tecniche apprese sotto la supervisione attenta degli istruttori nazionali Simeup, che hanno fornito indicazioni precise e supporto costante. L’utilizzo dei manichini ha permesso ai partecipanti di acquisire una maggiore consapevolezza e sicurezza nell’esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Al termine del corso, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un esame teorico-pratico che hanno superato con grande successo. Questo risultato non solo testimonia la qualità della formazione ricevuta, ma anche l’impegno e la dedizione dei dipendenti. Ora, grazie a questa formazione, il centro di riabilitazione Starbene è dotato di personale altamente qualificato, capace di intervenire tempestivamente ed efficacemente in caso di emergenze cardiache.
Assistenza Domiciliare Integrata, nuovo strumento di medicazione per le piaghe da decubito
Starbene si prende cura dei propri pazienti con terapie innovative e servizi efficienti. Nell’ambito delle prestazioni erogate con il programma Adi (Assistenza domiciliare integrata), i nostri collaboratori sono stati muniti di uno strumento di medicazione all’avanguardia da utilizzare nel caso in cui i pazienti presentino piaghe da decubito.
La condizione dei pazienti allettati causa infatti danni cutanei, grazie all’utilizzo di una terapia a pressione negativa è possibile migliorare la gestione delle piaghe da decubito e velocizzarne la guarigione.
Il benessere del bambino al centro della nostra mission, ecco la stanza multisensoriale
Il benessere del bambino è da sempre al centro della mission del centro Starbene che da anni svolge attività di diagnosi e trattamento dei disturbi del neurosviluppo e sindromi genetiche con la consapevolezza che non può esistere una buona prassi clinica senza ricerca e formazione e senza condividere fra ricercatori e operatori clinici un comune approccio allo studio, alla diagnosi e al trattamento riabilitativo che ponga in primo piano la qualità della vita del bambino e della sua famiglia.
In quest’ottica si colloca la stanza multisensoriale, uno spazio in cui il bambino, insieme all’ “accompagnatore” qualificato, può esprimere se stesso utilizzando i sensi. La stanza Snoezelen è prima di tutto un approccio alla persona. Prevede la costruzione di una relazione sensibile in cui sono offerte una moltitudine di possibilità di stimolazione sensoriale (effetti visivi, uditivi, tattili, olfattivi, propriocettivi, vestibolari e gustativi) e l’ obiettivo principale è la promozione del benessere. Con l’utilizzo di attrezzature e strumenti multisensoriali, è infatti possibile gestire i disturbi comportamentali, favorire il rilassamento, stimolare l’esplorazione dell’ambiente, favorire il contatto e la relazione interpersonale, instaurare relazioni positive nella cura quotidiana, promuovere il benessere della persona e anche sostenere la relazione con i famigliari.
I bambini vengono accolti nella stanza e seguiti dalle nostre educatrici, la Dott.ssa Carmela Camigliano (Tutor DSA, tecnico aba con Master di I livello dalla diagnosi all’intervento psico educativo e operatore qualificato in approccio Snoezelen I livello ISNA-MSE) e la Dott.ssa Antonella Le Piane (Tecnico Aba e Assistente analista del comportamento con Master di I livello in Applied Behavior Analysis e Modelli di intervento comportamentale intensivo e precoce nel disturbo dello spettro autistico, operatore qualificato in approccio Snoezelen I livello ISNA-MSE).
La stanza sensoriale viene utilizzata con un approccio terapeutico/riabilitativo per persone che si trovano in situazioni di fragilità, come persone con demenza o con altre patologie neurodegenerative, per persone con diversi tipi di disabilità, per persone in situazione di dolore cronico.
Per bambini/ragazzi/adulti con difficoltà di apprendimento si mette in campo invece un approccio pedagogico/educativo. Ma la stanza può anche essere un luogo ludico/ricreativo per individui o piccoli gruppi di persone, accomunati dal desiderio di “staccare la spina”!
Dott.ssa Carmela Camigliano
Dott.ssa Antonella Le Piane
Al Centro Starbene inizia il parent training. Gli specialisti incontrano i genitori
Si è svolto, presso il centro Starbene, il primo incontro di parent training rivolto ai genitori dei bambini con disturbo dello spettro autistico che svolgono terapia comportamentale presso la struttura. L’intento è quello di potenziare le competenze genitoriali e migliorare la qualità di vita sia dei bambini che di tutto il nucleo familiare.
Ad incontrare i genitori sono state la psicologa Alessia Amatore e le educatrici Carmela Camigliano e Antonella Lepiane.
Il Parent training ha lo scopo di fornire strumenti e strategie ai genitori che risultano più efficaci nella gestione comunicativa e relazionale dei bambini con disturbi dello spettro autistico trasmettendo alla famiglia le competenze e tecniche educative utili a diminuire i comportamenti di difficile gestione, chiamati comportamento-problema, sia in ambito familiare, ma anche in contesti extra familiari.
Dando uno sguardo generale e complessivo, il parent training si pone, principalmente, quattro obiettivi:
• informare e sostenere i genitori
• ridurre il carico di stress della famiglia
• insegnare ai genitori come essere mediatori dell’intervento terapeutico.
I benefici della riabilitazione in acqua, la parola alle dottoresse Falbo e Scerbo
La riabilitazione in acqua (“Idrokinesiterapia”) è una terapia di fondamentale importanza nell’ambito di un percorso riabilitativo e si distingue dalla semplice ginnastica praticata in una normale piscina perché punta a raggiungere il benessere del paziente in un ambiente confortevole sfruttando quelli che sono i benefici dell’acqua in determinate condizioni. A spiegare meglio come agisce e quando è possibile effettuarla, sono la dottoressa Francesca Falbo e Ramona Scerbo, fisioterapiste del Centro Starbene.
Francesca Falbo e Ramona Scerbo, fisioterapiste del centro Starbene
Che cos’è l’idrokinesiterapia in acqua?
L’idrokinesiterapia è una terapia riabilitativa che sfrutta le proprietà fisiche dell’acqua unitamente a quelle dell’esercizio terapeutico. La specifica temperatura dell’acqua, di circa 33 gradi, ci permette di potenziarne l’efficacia.
Quali sono i benefici della riabilitazione in acqua?
La riabilitazione in acqua ci permette di ridurre sensibilmente la sintomatologia dolorosa, donando sollievo ai tessuti muscolari e alle articolazioni sin dalle prime sedute. Inoltre, ci permette di ridurre i tempi di recupero nelle fasi post operatorie.
Come si svolge una seduta?
Ogni seduta prevede l’esecuzione di una serie di esercizi specifici e di manovre di mobilizzazione passiva della parte interessata effettuata da un terapista. Durante tutta la durata della seduta il paziente è affiancato e assistito da un terapista che monitora il lavoro e i risultati. Questa rappresenta un valore aggiunto nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
Il ruolo dell’assistente sociale, intervista alla dottoressa Rossella Iuzzolini
Nell’ambito delle prestazioni legate al trattamento e alla riabilitazione dei pazienti, gioca un ruolo fondamentale il Servizio Sociale che partecipa attivamente all’elaborazione del progetto riabilitativo per ciò che concerne la propria competenza ed esperienza. Di cosa si occupa questa figura professionale lo spiega la dottoressa Rossella Iuzzolini, assistente sociale del centro Starbene.
Chi è l’assistente sociale e di cosa si occupa?
L assistente sociale e’ quell’operatore che agisce a favore dei singoli, gruppo o famiglia per favorire un processo di aiuto laddove l’ utenza non riesce a risolvere una situazione difficoltosa e lo fa attraverso metodologie scientifiche/ sociali
Quando è necessario rivolgersi a questo professionista?
L’assistente Sociale interviene in situazioni di disagio da parte dell’utenza, su richiesta d’aiuto o dalle istituzioni in determinate situazioni di emarginazione o disagio favorendo il recupero dei soggetti coinvolti. Ma non solo, il suo intervento è fondamentale anche in ottica di prevenzione.
Quanto è importante in un percorso terapeutico la figura dell’assistente sociale.
Penso sia basilare perchè si lavora sull’identificazione del disagio, basta pensare, ad esempio al progetto assistenziale individualizzato (PAI).
Prenditi cura di te in gravidanza. Da Starbene il corso in acqua per gestanti
Al Centro Starbene è possibile seguire il corso per gestanti in acqua. In un ambiente familiare e confortevole, accompagniamo le mamme preparandole al parto, sostenendole e aiutandole in questa fase della loro vita. Come si svolge? Lo spiega la dottoressa Francesca Falbo, fisioterapista.
Quanto è importante per una donna in dolce attesa prendersi cura di sé e seguire un corso di accompagnamento al parto?
Seguire un corso di accompagnamento al parto è sempre un’ottima idea perché permette alle future mamme di vivere con piena consapevolezza, fiducia e serenità il momento della gravidanza, del parto e delle prime delicate settimane di vita del bambino. Oltre a ricevere informazioni da professionisti competenti le future mamme hanno la possibilità di confrontarsi tra loro e condividere dubbi, pensieri e aspettative.
In cosa consiste il corso pre- parto in acqua?
L’acqua é l’ambiente ideale per svolgere attività fisica in piena sicurezza per le mamme in dolce attesa. Gli esercizi proposti durante l’attività acquatica sono il frutto della competenza e dell’esperienza dei nostri operatori e di personale ostetrico specializzato. La combinazione di movimenti lenti e tecniche di respirazione ci permette di stimolare la mobilità e l’elasticità di tutto il corpo e in special modo di quelli coinvolti nella dinamica del parto.
Quali sono i benefici per mamma e bambino?
I benefici dell’acquaticità per le future mamme sono molteplici e mirano a ripristinare l’equilibrio e il benessere psicofisico. Un’attività costante è in grado di donare sollievo a gambe e schiena gravati dall’aumento del peso, migliorare la circolazione degli arti inferiori, aumentare il tono muscolare e la resistenza allo sforzo per arrivare ad affrontare il parto nel migliore dei modi.
Grazie all’impatto positivo che questa attività ha sulla mente e sul corpo della madre sono molteplici anche i benefici per il bambino riconducibili a sensazioni positive vissute nella vita intrauterina e ad una maggiore ossigenazione del sangue.
Una corretta alimentazione? Parla la nutrizionista del centro Starbene
Come ogni il 16 ottobre ricorre la Giornata mondiale dell’alimentazione. Il tema scelto per questa edizione è “L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare nessuno indietro”, ma più in generale gli eventi in programma vogliono porre l’attenzione sull’importanza di divulgare buone pratiche e corretti stili di vita. Di questa giornata e di quanto fondamentale sia l’alimentazione ne parliamo con la dottoressa Chiara Polimeni nutrizionista del Centro Starbene.
Quanto è importante una sana e corretta alimentazione?
Prima di tutto è bene ricordare che per alimentazione corretta si intende una alimentazione varia ed equilibrata, che fornisce al corpo l’apporto necessario e bilanciato di tutti i nutrienti, e questo permette di mantenere il peso corporeo corretto, di salvaguardare la nostra salute, rafforzando il sistema immunitario e prevenendo patologie metaboliche; permette di avere più energia e di migliorare il tono dell’umore.
Mangiare in maniera sana ed equilibrata consente anche di salvaguardare la salute del pianeta, perché, con le corrette scelte alimentari quotidiane, possiamo ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Si pensi, ad esempio, alle emissioni di gas, che contribuiscono all’effetto serra, conseguenti alla produzione di carne rossa.
Quali sono gli alimenti da tutelare e soprattutto da consumare per un corretto stile di vita?
Uno stile alimentare completo, bilanciato e sostenibile dovrebbe essere il più possibile vario, ed includere prodotti locali e di stagione, soprattutto di origine vegetale, la cui produzione ha un minore impatto ambientale. Frutta e verdura (ricchi di fibre, Sali minerali e vitamine); cereali integrali e legumi (fonte di proteine vegetali, fibre e carboidrati); olio extravergine di oliva, semi oleosi e frutta secca a guscio (come le noci, fonti di omega-3 che riducono il rischio di patologie cardiovascolari).
Non dobbiamo escludere le proteine di origine animale, ma si consiglia di preferire, fino a tre volte a settimana, carne bianca, pesce e uova, non provenienti da allevamenti intensivi, e di consumare la carne rossa al massimo una volta a settimana.
Quest’anno lo slogan della giornata mondiale dell’alimentazione è “l’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare nessuno indietro”. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per sostenere i Paesi in difficoltà e mettere in campo buone pratiche?
Non dobbiamo dimenticare l’importanza della corretta idratazione per il buon funzionamento dell’organismo, l’acqua interviene infatti in tutti i processi fisiologici e reazioni biochimiche del nostro corpo. Si pensi che circa il 60 % del corpo di un adulto è composto da acqua. Il cambiamento climatico, il massiccio utilizzo dell’acqua per l’agricoltura, l’industria e l’uso domestico, aumentano il rischio di una crisi idrica. Nel nostro piccolo possiamo contribuire a ridurre gli sprechi scegliendo una alimentazione sostenibile, ma anche adottando piccoli comportamenti quotidiani molto utili. Ad esempio, evitando le perdite dai lavandini; facendo docce brevi; chiudendo l’acqua quando spazzoliamo i denti; lavando frutta e verdure lasciandole ammollo, piuttosto che sotto l’acqua corrente, e riutilizzando l’acqua per innaffiare le piante
Parliamo di dislessia con la logopedista e la psicologa del centro Starbene
Ha avuto inizio il 2 ottobre e si concluderà l’8, la Settimana Nazionale della Dislessia, organizzata da AID in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla European Dyslexia Association (EDA). Il titolo scelto per questa edizione è “Leggere libera tutti: diritti verso l’apprendimento”. Il focus della manifestazione sarà la legge 170/2010 e la necessità di garantire a tutti cultura e conoscenza, rendendole accessibili.
Ma cos’è la dislessia? Quando e come intervenire? Ce lo spiegano Luisa De Masi e Alessia Amatore, rispettivamente logopedista e psicologa presso il Centro Starbene.
Luisa De Masi – Logopedista
Alessia Amatore – Psicologa
Che cos’è la Dislessia?
La Dislessia è un disturbo che fa parte della categoria dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) che sono caratterizzati da diversità nel neuro-sviluppo che causano difficoltà in alcune aree specifiche dell’apprendimento scolastico, nell’ambito di un funzionamento intellettivo adeguato all’età cronologica. Nello specifico la Dislessia è un disturbo nella lettura inteso come abilità di decodifica del testo e si esprime attraverso un deficit nella rapidità e/o nell’accuratezza. Inoltre questa incapacità interferisce significativamente con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane. Il primo effetto, osservabile e misurabile, del disturbo di lettura (Dislessia), è certamente una lettura lenta e stentata, poco fluente, affaticabile, spesso caratterizzata da errori di natura diversa.Tra i fattori di rischio che aumentano la probabilità di insorgenza di tali disturbi vi è la presenza di un pregresso disturbo di linguaggio e la familiarità.
Quali sono i segnali da cogliere?
Le famiglie, la scuola e gli specialisti sanitari, hanno un ruolo fondamentale nel riconoscimento e nella gestione degli alunni con DSA, fin dal loro primo manifestarsi e nell’avviare adeguati interventi che possano garantire la tutela ed i diritti degli studenti con DSA. La scuola riconosce le difficoltà nel percorso di apprendimento il più precocemente possibile, predispone specifiche attività di recupero e di potenziamento ne informa la famiglia. Se tali interventi – si legge nel documento titolato “Le Linee guida per la diagnosi e la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)” adottato dalla Regione Calabria – non dovessero produrre i miglioramenti attesi, invita la famiglia a richiedere una valutazione clinica per accertare eventuale presenza di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La scuola supporta la famiglia, garantisce e promuove il raccordo tra i soggetti coinvolti.
In base alle attuali conoscenze scientifiche, si sottolinea che la diagnosi di disturbo dell’apprendimento non può essere effettuata prima della fine del secondo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la dislessia e la disortografia, e prima della fine del terzo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la discalculia e la disgrafia (DSM V).
Già nella scuola dell’infanzia sono identificabili i seguenti elementi predittivi:
• Difficoltà di linguaggio (confusione di suoni, frasi incomplete, sintassi inadeguata
• Difficoltà nella copia da modello e disordine nella gestione dello spazio del foglio
• Difficoltà di memoria
• Difficoltà di attenzione
• Manualità fine difficoltosa
• Goffaggine e impaccio motorio
• Difficoltà nel ripetere sequenza ritmiche
Difficoltà metafonologiche
Con l’ingresso alla scuola primaria è possibile rilevare i seguenti indicatori di rischio, nello specifico caso della dislessia si osserverà:
1) LETTURA:
• Difficoltà nel riconoscere i diversi caratteri tipografici
• Difficoltà a mantenere il segno nella lettura
• Sostituzione di suoni simili (ad esempio: p/b – d/t – m/n)
• Errori fonetici (ad esempio: omissione di accenti)
• Errori di anticipazione (basati sull’analisi della prima sillaba)
• Lentezza ed errori nella lettura a voce alta che compromettono la comprensione del testo
Quali sono gli aspetti Psicologici da osservare?
Potrebbe capitare agli studenti con un Disturbo specifico dell’apprendimento, di sperimentare fin dai primi anni della loro esperienza scolastica un forte senso di disagio legato agli insuccessi, alla paura di sbagliare, alla sensazione di non essere all’altezza delle richieste, spesso, incompresi da insegnanti e genitori che attribuiscono gli errori alla scarsa motivazione o a disattenzione.
Questi aspetti potrebbero ledere la loro autostima e la loro capacità di sentirsi “individui efficaci”, influenzando così i loro comportamenti attuali e quelli futuri. È importante sottolineare che l’autostima si costruisce tramite il confronto tra la percezione che si ha di sé e il proprio sé ideale, per sé ideale si intende “come vorrei essere”.
In questo senso il rendimento scolastico condiziona fortemente la percezione di competenza che uno studente si crea riguardo sé stesso e in questo senso i fallimenti sperimentati da studenti con DSA possono contribuire ad abbassare il proprio livello di autostima scolastica. Secondo tale premessa, è essenziale individuare precocemente il problema di apprendimento, al fine di poter condividere con insegnanti, genitori e il bambino stesso una chiave di lettura della causa delle difficoltà e introdurre fin dai primi anni di scuola percorsi di potenziamento e adattamenti scolastici, limitando quelle esperienze di insuccesso che potrebbero condurre a ricadute emotive.
Un’ identificazione precoce ed un intervento tempestivo da parte di figure specialistiche possono, ridurre l’entità della compromissione e permettere un migliore adattamento alla realtà scolastica
L’8 settembre si celebra la Giornata Mondiale della Fisioterapia
L’8 settembre ricorre la Giornata Mondiale della Fisioterapia. Promossa dalla World Physiotherapy, dal 1996 ha l’obiettivo di informare la popolazione sul contributo fondamentale che la Fisioterapia e il Fisioterapista forniscono a cittadini e pazienti. Il tema proposto quest’anno a livello mondiale è quello delle malattie reumatiche e in particolare l’artrite reumatoide.
Lo slogan lanciato dalla FNOFI e AIFI è ‘La Fisioterapia in tutti i luoghi di vita‘: in tutti i reparti degli ospedali (dalle rianimazioni alle degenze post-acuti), nelle strutture residenziali e diurne per disabili e per anziani, negli ambulatori pubblici e privati, nelle cure domiciliari, nei centri di ricerca.
Ma il contributo della Fisioterapia è sempre più essenziale e indiscutibile anche nelle strutture sportive, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, nonché nei ‘nuovi’ luoghi previsti dal Pnrr e dal DM77 come le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità e gli Hospices. In tutti questi luoghi la Fisioterapia può dare un valore aggiunto alla qualità di vita delle persone.
Starbene è centro d’eccellenza per il trattamento fisioterapico e la riabilitazione motoria. I nostri fisioterapisti, altamente qualificati e in continuo aggiornamento, mettono quotidianamente a disposizione dei pazienti professionalità, competenza e soprattutto passione e umanità.
Per conoscere i servizi di Fisiokinesiterapia CLICCA QUI
Le Onde d’urto al Centro Starbene, una terapia efficace e non invasiva
Le Onde d’urto sono tra le terapie più efficaci e non invasive, per trattare molte patologie dell’apparato muscolo-scheletrico. Quando e come sono efficaci? Lo abbiamo chiesto al dottor Luigi Vrenna, specialista in neurologia e fisiatria.
Quando rivolgersi al terapista e quando iniziare il trattamento?
Prevalentemente quando si diagnostica una calcificazione a ridosso dei tendini. In modo più approfondito e più specifico utilizziamo le onde d’urto quando ci troviamo di fronte a calcificazioni peri-tendinee soprattutto di spalla. Questa terapia è utile al fine di evitare l’intervento chirurgico. Se non si interviene tempestivamente la calcificazione, una volta instauratasi sul tendine, aumenta di volume. Le onde d’urto sono efficaci anche per la cura della spina calcaneare e della tendinite del tendine di Achille. In questo caso le calcificazioni impediscono una dorsiflessione del piede senza il dolore. Per quanto riguarda la spina calcaneare, la potenza dell’ onda d’urto non rompe la spina ma agisce sull’infiammazione, liberando degli enzimi che, durante l’infiammazione, si bloccano e provocando una vasodilatazione che aumenta l’apporto di sangue e ossigeno ai tessuto aumentando il rpocesso di disinfiammazione. Le onde d’urto sono utili anche nella cura della trocanterite, una calcificazione della parte alta del femore.
Quante sedute servono?
Non è standardizzato. Ogni patologia prevede un numero di sedute a seconda del dolore, dell’invalidità, anche se temporanea, che produce una determinata patologia. Negli ultimi anni le onde d’urto stanno avendo una espansione. Si comincia a parlare di questa terapia anche nelle pseudo-artrosi e anche negli esiti protesici e soprattutto nelle fratture dove si rileva un’accelerazione del processo di guarigione.
Quanto è importante agire subito?
Prima si agisce è meglio è! Trattandosi di calcificazioni se non si interviene immediatamente la calcificazione aumenta di volume. I primi sintomi, dunque, non andrebbero mai sottovalutati. Se una persona avverte un dolore bisogna subito rivolgersi allo specialista per una radiografia e, se necessario, intraprendere il percorso terapeutico.
Qual è la differenza tra onde d’urto focali e radiali?
Le prime sono manu-mediche, la può fare solo il medico specialista; mentre quella radiale che non ha controindicazioni ed effetti collaterali la può effettuare il terapista.
I disegni dei bimbi di Starbene per la festa della mamma
In occasione della festa della mamma, che come ogni anno si celebra la seconda domenica di maggio, i bimbi di Starbene hanno preparato dei disegni che rendono omaggio alle mamme.
Potete ammirarli cliccando sulla prima foto, tra colori e cuori si legge l’affetto.
Prestazioni di diagnostica strumentale presso il centro Starbene
La diagnostica strumentale si avvale di strumenti particolari che consentono di effettuare un esame diretto del paziente basandosi anche sull’uso di immagini.
Presso il centro Starbene è possibile usufruire delle seguenti prestazioni:
Elettroencefalogramma
L’elettroencefalogramma (EEG) è un esame strumentale indolore e non invasivo che consente la registrazione e valutazione dell’attività elettrica del cervello.
Si tratta di un approfondimento diagnostico neurologico ed è fondamentale per la diagnosi, lo studio ed il follow up delle epilessie in genere e dei disordini del sonno, ma è utile anche nella medicina dello sport e per approfondire eventuali patologie del sistema nervoso centrale(SNC) in generale.
Utilizzato in Neuropsichiatria infantile, può essere eseguito ad ogni età in veglia o in sonno o in veglia/sonno.
La registrazione dell’elettroencefalogramma avviene facendo indossare una cuffia preclabata, in casi eccezionali (traumi cranici medicati, suture, etc.) l’esame viene eseguito applicando una griglia in silicone sullo scalpo del paziente rispettando sempre il sistema internazionale 10.20. L’esame prevede differenti procedure a seconda dell’età, delle condizioni cognitivo-comportamentali e di salute in genere.
Elettromiografie
L’elettromiografia (EMG) è un’indagine diagnostica che si esegue con lo scopo di valutare lo stato di salute dei muscoli e dei nervi. L’elettromiografia, che si compone di tre fasi (elettromiografia, elettroneurografia ed elettromiografia di singola fibra) è un esame di tipo funzionale, cioè indaga la funzione del nervo o del muscolo. L’esame si compone di tre fasi: elettromiografia (EMG), elettroneurografia (ENG), EMG di singola fibra.
Ecografie
L’ecografia è una tecnica non invasiva che consente di diagnosticare eventuali patologie attraverso l’impiego di ultrasuoni che consentono di generare e visualizzare l’immagine di organi e tessuti interni. Prima di procedere con alcuni tipi di ecografia, è necessaria una preparazione per aiutare a migliorare la qualità delle immagini prodotte.
Ecocolordoppler
L’ecocolordoppler è un esame rapido (durata di 15-30 minuti) e non invasivo che consente di rilevare delle anomalie o delle patologie vascolari o lesioni aterosclerotiche utilizzando onde sonore. È utile per indagini di routine e per diagnosticare o monitorare nel corso del tempo determinate malattie.
Baiobit
Il Baiobit è un sistema digitale che supporta i nostri specialisti nella valutazione della funzionalità motoria (R.O.M) e nella scelta della terapia giusta da seguire. Si tratta di un dispositivo indossabile che misura il movimento. I dati vengono poi elaborati da un software.
Holter Pressorio
L’holter pressorio è un esame diagnostico non invasivo, indolore, che consente di misurare, a intervalli regolari, la pressione arteriosa durante una intera giornata e di registrarne i risultati.
Holter Cardiaco
L’holter cardiaco si effettua attraverso un apparecchio che registra l’attività elettrica del cuore. Al paziente vengono applicati sul torace alcuni elettrodi collegati all’apparecchio portatile grande quanto un I-phone, da indossare per il periodo prefissato dal medico, di giorno e di notte. Una volta terminato l’esame, l’utente dovrà recarsi nuovamente presso il centro per rimuovere gli elettrodi e consegnare l’apparecchio contenente i dati che verranno scaricati ed inviati al medico refertatore. Il tutto in tempi rapidi per garantire una diagnosi veloce.
Elettrocardiogramma
L’elettrocardiogramma, o ECG, è un esame diagnostico, anche di routine, attraverso il quale si registrano e riportano graficamente il ritmo e l’attività elettrica del cuore. L’elettrocardiogramma permette di rilevare diverse condizioni cardiache a riposo o sotto sforzo.
Gli esami di diagnostica strumentale non rientrano nel regime di convenzione.